Il libro completa la trilogia iniziata con due precedenti opere dell'autore, mantenendone lo stile scorrevole e da "commedia all'italiana". L’ambientazione è quella degli anni novanta del XX secolo, in piena tangentopoli. Il protagonista, ora funzionario pubblico, vede disgregarsi il suo ideale di mettere l'amministrazione al servizio del cittadino. Riesce con grande difficoltà a rimanere fuori dal giro della corruzione ma viene accusato da un inquisito per salvarsi dalla galera. L'accusa, tuttavia, si rivela inconsistente ma la fiducia sino allora da lui riposta verso la magistratura viene meno. Nella vita privata, inizialmente, il protagonista è ancora l'eterno Peter Pan dei due libri precedenti. Si innamora però di una collega di lavoro che lo convince a sposarsi in Chiesa. Durante la preparazione si riavvicina alla religione dopo decenni di agnosticismo e scopre il valore del perdono.

 

Federico Bardanzellu, romano, giornalista pubblicista, laureato in giurisprudenza e in scienze politiche.
Dopo un’esperienza di redazione e di regia nelle TV private, è entrato nel Comune di Roma dove ha conseguito la qualifica dirigenziale. Ha pubblicato articoli di attualità e cultura, sia sulla stampa periodica che sul web. Collabora attualmente con wikipedia e con le testate telematiche Blasting News, InLibertà.it e Olbia.it; ha redatto per oltre un biennio per l’agenzia DIRE, articoli di sport e turismo nel Lazio, poi raccolti e rielaborati nel volume “Passeggiate nel Lazio” (2012). Inoltre, Federico Bardanzellu è autore di varie pubblicazioni pluripremiate. “Lo zucchero nel cappuccino” conclude una trilogia iniziata con “Quei buchi nel muri”, pubblicato nel 2016 da Aletti Editore e proseguita con “Il fardello del coleottero”, vincitore del premio “Mangiaparole” 2017 e pubblicato da Progetto Cultura. Ognuno dei tre volumi è ambientato in uno dei decenni finali del XX secolo, il presente, in particolare, negli anni novanta, in piena tangentopoli romana.