Dirigibili fossili è espressione di una realtà che torna, sussurrata o verace, in tutti i componimenti.
L’esplicazione dell’idea della contraddizione costitutiva dell’essere umano, la cui essenza vive della dicotomia tra il divino ed una ineluttabile precarietà, che deriva dalla consapevolezza della mortalità; l’assunto per cui, nonostante le nostre menti siano costantemente protese verso vagheggiamenti, ambizioni, mete da reinventare, la nostra limitatezza, il nostro poterci perimetrare con le dita, la stessa forza di gravità, sancisce un radicamento alla terra che spezza ogni vano tentativo di congiungerci con l’infinito, con l’immensamente grande, che pur in qualche modo, preliminarmente, ci appartiene. Ci precede e ci sfugge.
L’opposizione tra modernità e antichità, che si unificano armoniosamente nei componimenti, quasi sulla scorta della lezione carducciana, ma capovolta. Il verso libero, che ben si modella e si assoggetta alla forma del concetto sotteso alla poesia, è intriso di suggestioni classicheggianti, che strappate all’armonia dei modelli della tradizione, convivono inquiete e scolorite, fantasmi di sé stesse, nell’orizzonte vacillante della attualità storica.
Possibilità dell’inscindibilità, della compresenza. Una convivenza orizzontale, non una ascensionale struttura gotica, un “Assecondarsi” dei contrari; un assopirsi “nello stesso concetto / nell'immobilità sicura dell’alba”. Un accarezzarsi di enigmi e risposte che sovente si risolvono in silenzi e parole non dette. Stasi e movimento si incontrano, si sfiorano tra le sillabe, vi si accovacciano furtivi, animandole dell’impeto dell’opposizione, che mantiene l’esistenza in bilico su un fragile filo di luce.
La farfalla rappresentata in copertina è la trasposizione artistica della medesima ispirazione di cui l’intera raccolta si nutre. Il cerchio è il limite empirico che determina “l’esser fossile” del soggetto, i suoi “limiti montuosi”, entro i quali si dispiega una illusione di libertà, di ampiezza, di sospensione. Le dense nubi blu sono state respinte con forza, e una luce percorre il corpo del lepidottero antropomorfizzato, colto nella sua inesausta brama di verità; la dinamicità di questo atto di repulsione e ricerca convive ancora una volta con una privilegiata visione frontale. Tra le ali, attraversate da stranianti fibre muscolari del colore dell’incarnato umano, si schiudono due occhi che sfidano il mondo, in alto, e due occhi introspettivi, i quali, più grandi e idealizzati, si scrutano vicendevolmente.

 

Allegra De Falco, giovane poetessa napoletana, è "scoperta", appena diciannovenne, dalla casa editrice Laura Capone Editore, a seguito della vittoria nella sezione Poesie inedite della VII edizione del   Premio Nazionale Letteratura Italiana Contemporanea che le comporta la pubblicazione antologica a distribuzione scolastica a mezzo del Progetto Giuria Giovani, ideato e coordinato dalla giornalista scrittrice Giovanna Pastega. Di lì a poco dalla premiazione, arriva la proposta contrattuale che porterà alla luce "Dirigibili fossili", destinata ad entrare nel panorama poetico italiano contemporaneo.
Allegra de Falco è nata nel mese di aprile e figlia di novembre, devota ai classici ed alla filosofia, ama raccontare i segreti del cuore e gli incantesimi della quotidianità con la genuinità sottile di chi, pur se con mani tramanti, all’avvertimento della prepotente grandezza del mondo si lascia travolgere consapevolmente dalle sue armonie e disgrazie, si accovaccia all’ombra del suo mistero.